Due giorni di tempo e tanta voglia di curve ed esplorazione… Questi gli ingredienti che ci hanno mosso ancora una volta verso l’Abruzzo.
Giorno 1.
Dal Teramano a Scanno per l'altopiano delle Rocche.
Partenza dopo grassa colazione dalla Pasticceria Charlot di Garrufo, punto di ritrovo per le nostre spedizioni alla volta dell’Abruzzo. Parto leggero con un solo sacco a pelo ed un ricambio intimo che infilo nella mia sacca impermeabile, oltre all’immancabile spazzolino da denti.
Dicevo, direzione Teramo per la vecchia Piceno-Aprutina tutte curve, poi qualche drittone fino a Montorio fino ad imboccare la mitica SS80. Strada che non ha bisogno di presentazioni per paesaggio, tracciato ed asfalto. Qui sosta ad Aprati per acquistare il pranzo, una pizza bianca farcita al cotto, con birretta. Si riparte spediti alla volta del valico delle Capannelle, da qui fino ad Arischia si scende trattenendo il respiro per un susseguirsi di curve emozionante, attraversando profumate pinete ma stando sempre attenti a non farsi troppo prendere la mano… Il percorso merita, bellissime curve, in una discesa che sembra non finire mai fino ad Arischia. Da qui puntiamo L’Aquila che lambiamo esternamente per prendere la tortuosa strada per l’altopiano delle Rocche. Anche qui curve a gogo’ fino Rocca di Cambio, dove la strada sembra un budello tanto è stretta e contorta! La salita è un crescendo di emozioni, la guida si fa più fisica e si affrontano le curve col motore sempre in tiro per uscire più rapidi dai tornanti. Raggiunta la prima rocca, si scende verso l’altopiano con marce lunghe, godendosi lo splendido panorama che il luogo offre ai visitatori fino a Rocca di Mezzo ed Ovindoli. Qui, sulla soleggiata piazza, decidiamo di fare pranzo su una gradinata e scambiarci le prime impressioni. Il gruppo è collaudato, e non c’erano dubbi sul clima easy che si sarebbe instaurato anche stavolta. Prima di risalire in sella, un caffè e per i più viziosi anche della cioccolata che non guasta mai!
Ora la strada scende fino a Celano, anche qui attraversando una bella pineta, spesso con curve a gomito ma sempre con un buon fondo stradale. Da Celano scendiamo fino alla piana di Avezzano che costeggiamo fino al paese di Pescina alla volta del famoso paese dei serpari, Cocullo. Da Pescina a Cocullo, la strada è senza traffico, si sale rapidi su ampi curvoni che ci portano fino alla sommità del monte dove entriamo in una fredda e buia galleria, con in fondo una macchia di blu che raggiungiamo in poco tempo, usciti, la vista che si gode è molto suggestiva, col paesaggio d’alta quota, pascoli ed animali ai lati dei monti. Ancora una volta, dopo la salita c’è la discesa che ci porta fino ad Anversa degli Abruzzi , paese caratteristico a guardia delle Gole del fiume Sagittario. Risaliamo la gola per la strada che la costeggia, strada stretta ma con scorci eccezionali anche grazie al cielo plumbeo sopra le nostre teste che contrasta col verde intenso della vegetazione. Ad un certo punto c’è un bivio sulla sinistra, occhio perché porta al bel paese di Castrovalva sul costone sopra il fiume e merita una deviazione.
Raggiungiamo ora il Lago di S.Domenico, famoso per le sue acque cristalline e la cappella votiva del Santo. Due foto sono d’obbligo, come la sosta contemplativa. Si riparte e costeggiamo dopo qualche kilometro il lago di Scanno, ma prima del paese omonimo saliamo per la frazione di Frattura. La salita attraverso la strada che domina sul lago è molto caratteristica ed in alcuni tornanti si scoprono sia le gole del Sagittario sia Scanno, oltre ovviamente al grosso lago sottostante. Giunti a Frattura lasciamo la strada asfaltata per dirigerci verso l’antica Frattura. Frattura deve il suo nome alla grossa frana che secoli fa si staccò dalla montagna per ostruire il fiume Sagittario originando così il lago di Scanno. Nel 1915 un grosso terremoto rase quasi al suolo il paese causando numerose vittime. Da quel momento i sopravvissuti decisero di ricostruire il paese dove oggi sorge Frattura nuova ed il vecchio paese rimase abbandonato. Molti nostalgici, nativi o forse solo semplicemente affezionati decisero comunque di mantenerla viva, sistemando qualche casa e continuando a coltivare qualche orto. Ed è quindi grazie a loro se abbiamo potuto dormire a Frattura vecchia per una notte, grazie ai genitori del nostro compagno di viaggio Davide. Un’esperienza unica, ai piedi della montagna, senza luce e con l’acqua sorgiva in piazza per lavarsi. Inutile dire che il silenzio della notte, dei ruderi ed il buio totale fa sempre un certo effetto abituati come siamo ai rumori della modernità.
Scarichiamo i nostri bagagli ed è tempo di scendere a Scanno per la cena ed una passeggiata tra le vie di questo antico paese che ha tanta storia e tradizioni. Lo dimostrano gli antichi palazzi e le iscrizioni su di essi. Rientriamo a notte fonda in paese, l’aria nonostante maggio è molto fresca, così una volta rientrati ci scaldiamo davanti il grosso camino prima di coricarci. In casa giriamo con le torce e ci illuminiamo a turno, ma la cosa che fa più strano è il silenzio una volta stesi, è una cosa a cui è strano abituarsi…
Giorno 2.
Da Scanno all'altopiano delle Cinque Miglia per Campo di Giove, Caramanico e Penne fino a casa.
Raccogliamo le nostre cose e ripartiamo, ma non prima di aver scambiato due parole con un anziano del posto, che ci illustra le particolari qualità dei fagioli che crescono solo in questa zona e che lui coltiva, oltre alle visite che il suo orto riceve da orsi in estate, e ai vari lupi, volpi e cinghiali che incontra in paese… La prima parte del viaggio di oggi ci porta su un tracciato di una ventina di kilometri tutto su strada bianca, che svalica il monte Genzana sopra Frattura e ci porta al Piano delle Cinque miglia. Lo sterrato è a tratti impegnativo per le grosse pietre che si incontrano, il fondo a tratti viscido ed in generale per la resistenza dei mezzi della nostra schiena…
Ma ne vale comunque la pena, per il paesaggio d’alta quota e gli scenari. A tratti ci sono ancora cumuli di neve ai lati della strada. Poi inizia la discesa verso l’altopiano delle Cinque Miglia, per lunghi e stretti tornati brecciosi, fino al piano tagliato dalla lunga e dritta strada che lo attraversa. Rimesse le due ruote sulla strada asfaltata, giriamo dopo qualche kilometro verso Pescocostanzo, lasciando la via più battuta per il paese di Cansano; inutile ricordare che la strada è la tipica e tortuosa strada di montagna immersa nel verde che ci porta fino alla turistica Piano di Giove. Anche qui sosta pranzo e pieno di benzina. Le nuvole nere incombono su di noi e ci ricordano di affrettarci fino al Passo di S.Leonardo.
Inizia qui la nostra discesa verso climi più miti e quote più basse che ci condurrà fino Scafa. Qui sostiamo per alleggerirci gli indumenti e proseguire fino a Penne attraversando paesaggi collinari, con campi coltivati; a lato l’azzurro del mare e dietro la Majella. Da Penne a Teramo percorriamo tutta la SS81, strada ben asfaltata e molto divertente. La stanchezza ed i kilometri si iniziano a far sentire, così da Teramo a casa decidiamo di percorrere il pezzo di strada nuova più rettilinea.
Dopo poco più di 500 kilometri e due giorni in sella, anche questa volta torno a casa con la convinzione che l’Abruzzo sia la regione più sottovalutata d’Italia per bellezze, strade e paesaggi…