Circa 600 kilometri in due giorni, 4 amici sulle loro vespe, curve e curve ancora, passo gran turismo, come una delle loro vespe. Un giro in Abruzzo, fin nel cuore della regione, per trovare paesaggi, emozioni e scavare in se stessi.
Civitella del Tronto, Penne, Caramanico, Campo di Giove, Castel di Sangro, Alfadena, Barrea, Passo Godi, Scanno e Frattura. Il primo giorno si conclude in maniera epica, la sera, a Scanno, nella trattoria il Vecchio Mulino, davanti ad una cena abbondante, ridendo (ora) delle piccole disavventure incontrate.
Il meteo clemente ci ha graziato, ma la sua sua presenza incombente era una costante, specie in alta montagna dove più che un cielo sembrava un soffitto per quanto era basso e scuro.
I rifornimenti e la miscela da fare, le mani unte, il suono del motore che ti entra in testa, un mantra, un marchio per tutti i vespisti.
Spesso penso a quanto chiediamo oggi a questi mezzi, nati nel migliore dei casi 35 anni anni fa, per qualcuno quindi coetanei, per altri semplicemente un un genitore. Certo, oggi con la tecnologia possiamo aggiornarli un po' in fatto di prestazioni e sicurezza, ma il punto resta, sono mezzi vecchi e come i "nostri" vecchi hanno un loro odore, una loro identità. Come gli antichi maestri forgiavano spade e katane, scaldando e battendo il metallo per temprarlo, questi telai hanno subito lo stesso processo a suon di strada...
Il secondo giorno inizia alla grande, davanti a uno (anzi doppio per me ) spettacolare dolce locale, il Pan dell'orso con un cappuccino presso la storica Pasticceria Pan dell'Orso di Scanno.
Fatto il pieno si ragiona meglio così puntiamo verso le Gole del Sagittario ed Anversa degli Abruzzi, passando per il bellissimo lago di S.Domenico e sotto Castrovalva (trovate un mio articolo nel blog).
Da lì raggiungiamo Cocullo, famoso ormai in tutto il mondo per la festa dei Serpari a maggio, ci arrampichiamo verso il parco eolico per poi scendere a Goriano Sicoli. Li a causa di una strada interrotta siamo costretti a scendere a Raiano lungo la famosa strada a tornantoni. Arrivati a Popoli lungo la tiburtina, saliamo a Navelli e di li facciamo una strada che ricorda molto da vicino le highway americane (rapportate alle nostre vespe) con rettilinei infiniti interrotti da due grosse rotonde. A Barisciano decidiamo che è giusto consumare anche ai lati le nostre S83, così dopo qualche piega sotto un cielo limpido e azzurro scorgiamo l'abitato di S.Stefano di Sessanio che merita una visita e... naturalmente un pranzo. Il tempo in questo paese sembra essersi fermato, e non è la solita frase da luogo comune, andate e verificherete di persona. Panino con lonzino magro e misto di salumi locali sono le nostre scelte, il tutto annaffiato da birre chiare artigianali. Poi il tempo di due chiacchiere, un caffè e due passi per ridare forma alle nostre chiappe e siamo di nuovo sella!
Si sale seppur mezzi scarburati verso l'altopiano di Campo Imperatore, l'aria è più rarefatta e le vespe accusano il colpo. Il fondo stradale non è il massimo, anzi pessimo, doti e kilometri da endurista sembrano essere più che giuste lungo questi kilometri che affrontiamo fino a Castelli, dove improvvisiamo una improbabile discesa a folle, a motori spenti.
L'elettrico su due ruote non è a mio avviso il futuro prossimo per via della durata delle batterie, ma signori vi garantisco che dopo un giorno e mezzo e tanti kilometri il solo sibilo dell'aria attraverso il casco è una bellezza, sembra di surfare in mezzo al bosco.
Non paghi di curve, decidiamo di passare per Isola del Gran Sasso e Tossicia fino Montorio. La spavalderia di respirare ormai aria di casa, porta qualcuno a tirare ancora il collo alla sua vespa e passare il muro dei 100 km/h ma è un attimo, poi la coscienza e la riconoscenza verso le nostre piccole bagnarole ci riporta nel codice.
Ci salutiamo anche quest'anno per questo giro d'Abruzzo, carichi di emozioni, paesaggi, buon cibo e star bene insieme.
Gli Orsi della Marsica.